Self-hosting indica, letteralmente, ospitare in uno spazio proprio.
Quando si parla di un servizio, o un’applicazione, “self-hosted” significa che questo può essere utilizzato in maniera totalmente privata.
Se non mi fido di comprare la verdura al supermercato posso sempre creare uno spazio proprio in casa mia per coltivare i miei pomodori: un orto. I vantaggi? Sono certo della provenienza delle verdure e sono più buone. Svantaggi? L’orto è difficile da mantenere e non tutti sono capaci.
Un esempio pratico
Jitsi, il programma di videoconferenze, permette di effettuare chiamate utilizzando lo spazio su jitsi.org gratuitamente (il server ufficiale); tuttavia lo si può anche installare in uno spazio privato (self-hosted) all’interno del quale avverranno tutte le comunicazioni tra le persone che hanno l’accesso a quello spazio. Questo potrebbe essere il caso di un’azienda o un’associazione in cui le persone ci tengono ad avere trasparenza e privacy all’interno del loro gruppo.
Morale
Non è necessario a tutti i costi avere il proprio orto. Non essendo una cosa facile da mantenere è molto più semplice trovare un venditore affidabile e comprare da lui. Risulta evidente il grande vantaggio dato dalla libertà dei consumatori di poter scegliere non solo quale verdura comprare ma anche da chi e, addirittura, se prodursela da soli.
Per ogni servizio self-hosted il comportamento migliore è innanzitutto trovare quale fornitore è il più adeguato alle proprie esigenze e, dove fosse possibile, utilizzare il servizio in uno spazio privato per poterne sfruttarne le massime potenzialità.
Un piccolo segreto
Molto spesso, usando un programma self-hosted in completa autonomia si possono usufruire delle eventuali funzionalità a pagamento del programma. Non devi pagare il fruitore del servizio sei al controllo.